RASSEGNA STAMPA
NAZIONALE
domenica 2 giugno 2002 (dalla terza pagina)
PORTOFERRAIO. «No,
il bagnino Superman, quello che faceva tutto a mani nude, non
esiste proprio più.
Ora la figura di chi si occupa
della sicurezza dei bagnanti somiglia piuttosto a quella di un
paramedico: basta pensare, tanto per fare un esempio, che ormai
si può conseguire un brevetto anche per l'uso del defribillatore».
Per Stefano Mazzei, 39 anni, da tempo alla guida della scuola
elbana che fa capo alla Società Nazionale di Salvamento
(organizzazione fondata a Genova nel 1871, la seconda nel mondo
e la prima nel distribuire brevetti ufficiali, con soci illustri
del calibro di Giuseppe Garibaldi), la figura del bagnino è
molto, molto diversa da quella a cui eravamo abituati in passato.
Dalla semplice maglietta di Mario-Panariello (personaggio di cui
parliamo in questa stessa pagina), siamo passati infatti ad attrezzature
di prim'ordine e ad una figura di professionista completo, in
grado soprattutto di «prevenire» gli incidenti.
Insomma, Stefano, grande spazio alla tecnologia ed alla preparazione
sempre più completa e specifica.
«Proprio così. Noi usiamo molto le attrezzature più
avanzate e stiamo anche cercando, come è già avvenuto
in alcune località, di farle inserire nella dotazione obbligatoria.
Sto parlando ad esempio del Rescue Can, detto anche Baywatch,
visto l'uso che se ne fa nell'omonima serie televisiva, una specie
di salsiciotto in materiale plastico molto restistente che il
bagnino può portarsi dietro con facilità ed usarlo
per trascinare il bagnante in difficoltà. Poi le 'pinnette'
che permettono anche di correre sulla spiaggia e diventano utilissime
in caso di mare mosso, buche o correnti. Un altro accessorio importante
è il Rescue Tube, utilizzate moltissimo in piscina negli
Stati Uniti e che, per mezzo di una cinghia, permette di avvolgere
il bagnante. Non c'è più spazio, invece per il salvagente
a ciambella, che serve solo per buttarlo in acqua dalle imbarcazioni».
Su quali altri settori state concentrando la vostra attenzione?
«Dal 1999 abbiamo 'brevettato' almeno 115 bagnini in corsi
bimestrali, mentre la Società di Salvamento, a cui fanno
capo 170 sezioni, ne sforna, in un anno, almeno 7mila (nel settore
esiste anche la sezione Salvamento della Federnuoto che fornisce
brevetti per Assistenti Bagnanti, ndr). Le nostre lezioni non
sono solo pratiche, ma grande spazio è dato anche alla
teoria, magari con nozioni di meteorologia e di primo soccorso.
Ma i brevetti ormai comprendono, oltre a quello per bagnino,
la specializzazione nell'uso dell'ossigeno, dello stesso defribillatore,
del primo soccorso, del Rescue Diver (salvataggi con attrezzature
subacquee), e di rianimazione pediatrica. Per questo abbiamo istituito
anche il Master Rescue, un brevetto che può conseguire
solo chi ha tutti gli altri appena citati». In conclusione,
qual è il futuro del vostro mestiere?
«Sicuramente, la costituzione di coop che ci permettono
di sorvegliare tutta la spiaggia, di organizzare meglio il lavoro
e di istituire dei turni».
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